sabato 28 marzo 2020

Diciannovesimo giorno

"A onor del vero" mi guarda, abbassandosi gli occhiali sulla punta del naso, "la tua non è la prima città invisibile". Lo cerco tra gli altri suoi fratelli, ma non c'è.
"Hai capito" sorride, ma non è lì. Mi indica l'altra fila di ripiani, a metà circa della sua altezza. Non lo vedo. Comincio a pensare di averlo prestato a qualcuno. Ma lei insiste: "E' lì, tra i tascabili, guarda bene".
"Ah, finalmente! Eccoti".
Afferro il libro con la copertina bianca e un disegno quadrato, stile Einaudi anni settanta. Precisamente il 1972, l'anno della mia nascita se questo ha una qualche importanza. L'immagine è futuristica: ritrae un edificio sferico. Ma sui campi intorno ci sono degli uomini, con alcuni animali. Scopro che il disegno risale al 1785. Rimango sorpresa per il minimalismo e la geometria lineare della struttura. Si tratta de Le città invisibili di Italo Calvino.
CRIPTOMNESIA è in psicologia un disturbo della memoria, per cui un'idea che sembra originale, è in realtà un ricordo. Ciò che in questa definizione non mi convince è la parola "disturbo". L'etimologia è più evocativa delle categorie che si limitano a sottrarre, o ad aggiungere valore nel migliore dei casi. Cripto in greco significa "nascosto" e mnesis, "memoria". La "memoria nascosta" di un fatto, o di un'espressione, affiora in superficie trasformata dalla personale esperienza. Quindi la domanda davvero interessante non è se si tratti di un disturbo, di un cortocircuito del ricordo; ma se esista una qualche relazione fra l'idea nuova e quel dato che, sprofondato nell'inconscio, all'improvviso riemerge.
Apro il libro, di cui non ricordo nulla se non il titolo. Ma vedo che alcune parti sono sottolineate, a dimostrazione che qualche pagina ho letto. E' possibile che le parole siano state catturate dal mio cervello, e come vecchi oggetti riposti in un cassetto a un certo punto, durante la scrittura del diario di una semi quarantena, balzino all'attenzione; comincino a gesticolare per farsi notare.
L'unico modo per capire quale sia la relazione fra la mia città invisibile e quelle di Calvino è leggere il suo libro.